67 e 68 – ARE DEDICATE A GIOVE DOLICHENO

67. I(ovi) O(ptimo) M(aximo) /  DolichenO /  T(itus) Flavius /  GalatA /  Eutyches /  pro salute /  AmarantI /  lib(erti) suI /  v(otum) s(olvit) l(ibens) m(erito) /  Sub C(aio) Iulio Flacco /  sacerdot(e)

 A Giove Ottimo Massimo Dolicheno, Tito Flavio Galata Eutyche scioglie con animo grato il voto fatto, per la salvezza del suo liberto Amaranto, nell’anno del sacerdozio di Caio Giulio Flacco.

68.  Iovi O(ptimo) M(aximo) /  Dolichen(o) /  pro salute /  T(iti) Flavi /  Viatoris /  fili sui /  T(itus) Flavius /  Amarantus /  v(otum) s(olvit) l(ibens) m(erito) /  Sub C(aio) Iulio Flacco /  sacerdot(e)

 A Giove Ottimo Massimo Dolicheno, per la salvezza del figlio Tito Flavio Viatore, Tito Flavio Amaranto scioglie con animo grato il voto fatto, nell’anno del sacerdozio di Gaio Giulio Flacco.

 Testimoni del culto di Giove Dolicheno a Rimini, le due are sono dedicate da personaggi diversi in stretta successione l’una rispetto all’altra. I testi inscritti seguono uno schema comune: nel primo il dedicante è Tito Flavio Galata Eutyche che ha ottenuto la salvezza del proprio liberto Amaranto. Nel secondo è lo stesso Tito Flavio Amaranto (che si presenta con i tria nomina a seguito della propria liberazione) a rivolgere al dio l’offerta per aver ottenuto la salvezza del figlio, Viatore.Ambedue i cippi riportano il nome del sacerdote in carica al momento della dedica, Caio Giulio Flacco: era questo un modo per datare i monumenti, facendo riferimento ai registri con l’elenco dei sacerdoti che si erano succeduti. Divinità asiatica originaria di Dolico in Anatolia (attuale Turchia), Giove Dolicheno doveva essere particolarmente venerato a Rimini.Nuove suggestioni vengono offerte dalla scoperta della domus del chirurgo: Eutyche sembra poter coincidere con il nome del chirurgo inciso in un graffito in una stanza dell’ambulatorio medico, all’interno del quale è stata ritrovata inoltre una mano votiva bronzea attinente proprio al culto di Giove Dolicheno.

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